USCITA DELL'11 MARZO 2006

Partenza dalla periferia di Marano, la prima parte del percorso prevede tratti di sottobosco sulla versante orientale del fiume Panaro. Il fondo è scivoloso a causa delle cospicue precipitazioni cadute nella notte fra giovedì e venerdì e protrattesi durante la mattinata di venerdì. Il cielo è completamente coperto causa il transito di una nuova veloce perturbazione, che però fortunatamente non produce nuovi apporti.
Si alternano tratti sterrati e a fondo duro, con sottoboschi morbidi e mulattiere dai sassi resi viscidi dall'umidità. Ancora una uscita che richiede concentrazione e attenzione nella guida.
Fa spesso la sua comparsa la nebbia, causata da nubi basse, che riduce la visibilità a poche decine di metri.
La fatica è notevole, ma come si può vedere dai sorrisi dei Piloti grande è anche la soddisfazione quando è superato un tratto impegnativo.
Numerosi guadi sono assai impegnativi perchè i torrenti sono gonfi di acque, provenienti sia dalle piogge che dal disgelo delle ultime nevi.
Con andatura costante e molto regolare viene completato il tratto sul versante destro, e si passa quindi al versante occidentale.
Al termine di un veloce attraversamento di crinali boscosi e fondivalle viscidi e nebbiosi, si effettua una breve sosta per veloci manutenzioni.
I mezzi si caricano di fanghiglia sui sentieri umidi.
Attraversando una fitta boscaglia, viene avvistato un capriolo ferito. Il povero animale ha urtato nella corsa un ostacolo e non è più in grado di reggersi sulle zampe anteriori.

L'animale ha bisogno di aiuto.

Immediatamente viene contattato col telefono cellulare, fortunatamente operativo in questa zona impervia, chi può aiutare.
Il dott. Pietro Milani, dai telefoni del Centro Soccorso Animali "Il Pettirosso", da i primi consigli su come trattare l'animale ferito. Occorre evitare che, a causa dello spavento, esso si agiti e si stressi, cosa che potrebbe ucciderlo. Coprendogli gli occhi con un fazzoletto, l'animale si tranquilizza e può essere trasportato più a valle, vicino ad una strada sterrata dove può arrivare un auto.
In brevissimo tempo arriva sul posto, dalla sede del Centro Soccorso Animali, il volontario Mirco Luzzara. Con mano esperta prepara il capriolo ferito per il trasporto.
Aiutato dai Lupi, Mirco immobilizza gli arti dell'animale.
Dentro una coperta l'animale viene trasferito verso l'auto che lo porterà alla clinica.
 
Il Centro Soccorso Animali si occupa solamente di Fauna Selvatica.. Vi prestano servizio un gruppo sempre più numeroso di Volontari che non hanno saputo girare le spalle a quelle centinaia di animali selvatici feriti, vittime di incidenti stradali o semplicemente in difficoltà. Dispone di 5 rifugi sparsi sul territorio delle provincie di Modena e Reggio Emilia. Si occupa anche di antibracconaggio, cercando di reprimere la caccia di frodo e il traffico di animali protetti.
I Volontari rispondono a centinaia di chiamate giorno e notte, sono telefonate di richiesta di aiuto per un animale selvatico ferito o in difficoltà. 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana, su tutto il territorio della provincia di Modena, in stretta collaborazione con il Corpo Forestale, i Vigili Provinciali, la Polizia Municipale, i Comuni ecc.
I volonatri del Centro si precipitano a dare soccorso e portare le prime cure, dietro l'attento e scrupoloso consiglio di un veterinario. L'animale soccorso passerà presso il Centro il tempo necessario per la degenza e la riabilitazione, fino al giorno più bello, il giorno della liberazione.

Essi curano in pratica gli animali del bosco: caprioli, daini, tassi, volpi, istrici, cinghiali, ricci, tratarughe, lepri, poiane, sparvieri, gheppi, civette, gufi, allocchi, anatre, cigni, rondoni, aironi, pettirossi, passeri, ghiri, e tantissimi altri animali.

E' stato un vero piacere conoscere questa realtà, che ci conferma come l'Italia sia un Paese civile e che gli ospiti delle selve possono contare su buoni amici.

I Lupi ringraziano i Volontari che dedicano il loro tempo e le loro energie ad una causa così nobile. Vi siamo vicini e sentiamo che condividete con noi l'amore per la natura, gli animali e avete sani principi. Dio vi benedica.

Dopo aver effettuato il salvataggio del povero animale ferito, finalmente è possibile fare la sosta prevista per rifocillarsi.
E' presente anche Moschi, Lupo della prima ora.
Terminato il breve pasto, ci si prepara per la seconda parte della giornata, che prevede tratti fangosi e ripide salite.
Pronti alla ripresa, è stato effettuato il rifornimento di carburante e i lupi si sono sfamati e dissetati.
Alcuni tratti sono realmente impegnativi, le difficoltà sono decisamente notevoli. Il fondo pesantissimo e la pendenza sono un severo banco di prova. Nel frattempo il tempo migliora decisamente. La fanghiglia si appesantisce compattandosi, grossi "lotti" si attaccano ai mezzi complice la bassa velocità di movimento.
Comunque si riesce ad averne ragione. Si esce dalla selva viscida.
La giornata è completamente diversa ora, serena e luminosa.
Dopo le nebbie del mattino, il cielo sereno e i raggi del sole vicino al tramonto costituiscono uno spettacolo di incomparabile bellezza. Il rientro avviene fra i dolci declivi del basso Appennino. San Dalmazio, alle sue spalle il monte Cornazzano, sullo sfondo la Rocca di Monfestino. Profili molto famigliari ai Lupi, questi rilievi fanno da sfondo ai classici percorsi del basso Appennino, frequentato soprattutto nei mesi freddi, nelle brevi giornate invernali, con grande piacere e grande soddisfazione. Ogni uscita è unica e ricca di emozioni e piacevoli momenti. Il Branco è in armonia con la Natura di cui si sente parte.